Ottobre 1997 Nostre Ombre Quotidianedi Lars Norén. Regia di Sandro Sequi. Con Franco Graziosi, Francesca Benedetti, Roberto Trifirò, Pino Censi, Ken Ponzio. Scene e Costumi di Giuseppe Crisolini Malatesta. Benevento Città Spettacolo (prima Assoluta). |
Con queste premesse poco felici si dovrebbe festeggiare il compleanno di lui, i cui figli, uno alcolizzato e l'altro eroinomane (proprio per non tradire quelli che paiono vizi di famiglia), arrivano a fare da catalizzatori della situazione dannata completando questo quadretto. E la giornata si consuma in una sorta di reiterazione di un rito quotidiano in cui Carlotta, spietata nella sua violenza verbale, rinfaccia al marito di averla bruciata nella carriera, segregata in una casa lontano dalla vita, persino privata di un opera (Il lutto) scritta - solo materialmente, s'intende - da lei stessa; lo accusa di rubare le frasi del quotidiano per le battute dei suoi copioni, di non fare più l'amore con lei. E lui blandamente reagisce con le sue incertezze, le sue paure, i suoi tremori di uomo malato, sommesso, finito...o mai iniziato. Lo spettacolo è tutto un duello di parole che ha luogo in un salotto incastrato in una graticcia con i fari a vista a renderlo simile a una gabbia, a un ring, con luci di un bianco freddo da laboratorio per cavie umane. Francesca Benedetti, una tigre, ha le battute più graffianti, e quasi sovrasta, con il suo impeto e la sua voce d'attrice, la recitazione più intimista di un raffinato e discreto Franco Graziosi: il contrasto è evidente e - si suppone - voluto. La giornata velenosa e avvelenata termina con la lettura di quello che sarà il capolavoro postumo di Eugene O'Neill, il dramma della sua vita: La lunga giornata verso la notte. |
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